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china
"... Nell'anno 1812, alle ore otto anzi il mezzodì del 21 di marzo, il culmine di Montalto, elevatissimo e dominatore di ogni altura circostante, si aprì dalla cima per mezzo in larga e profonda rupina. L'enorme scoscendimento si vide fra dense nubi di polvere calare tutto insieme colle capanne ed i pastori, e giù giù essere attratto dalla voragine; poi come di un balzo tutto sparire capovolto e chiuso nelle sue viscere. ..."


Così viene descritta quella che è stata la catastrofe del 1812 dall'Ing Giovanni Bertoni, in una ricostruzione dei fatti datata 1843. Oltre a causare la morte di 18 persone questa frana ha anche dato origine a quello che oggi è il Lago di Quarto, sbarrando il corso del fiume Savio e creando un enorme bacino naturale.
Nel 1828 con il sopraggiungere di una grande siccità, il prolegato della provincia di Forlì sua Eccellenza Reverendissima monsignor Antonio Benvenuti, incaricò l'Ing. Giovanni Bertoni di creare una breccia nello sbarramento naturale che impediva l'efflusso delle acque del fiume Savio, affichè ne beneficiasse l'intera vallata comprese le pianure del cesenate
Sulle cause della tragedia lo Stato Pontificio e il Gran Ducato di Toscana nominarono una commissione per capire le origini del fenomeno, ma non approdò a dei risultati completi. Una spiegazione dell'accaduto ci arriva dall'Ing. Bertoni che racconta:


Versante del Para anni 50-60
"... Notavasi ancora tre fenomeni avere precorso, e tacitamente annunziato l'avvenimento: cioè alcuni pozzi naturali, comparsi da gran tempo sulla vetta di Montalto, nei quali se si lanciavano sassi, udivasi rombìo lungo, profondo e come d'eco lontano, senza distinguere dei proiettili alcun riposo; la sospensione per otto giorni, e l'inaridimento di tutte le fonti; infine, per due giorni anteriori, la veduta elevazione, per l'altezza di una persona, del basso fondo del Savio, su cui scendeva a perdersi la china della montagna. ..."


Sarebbe quindi logico imputare la tragedia del 1812 alla massiccia presenza di falde acquifere sotterranee ancora oggi presenti nella zona sovrastante il Lago di Quarto oppure al diverso percorso del fiume Savio che all’epoca scorreva ai piedi di Montalto.
Il pescatore
Nel secolo successivo, quando ormai il bacino del Lago poteva dirsi scomparso per effetto della sedimentazione di detriti melmosi la S.I.D.A.S. (Società Elettrica Alto Savio), pensò di sfruttare le risorse idriche del Lago per la produzione di energia elettrica, costruendo nel 1922 una Diga ed una Centrale Idroelettrica. Fu così che comparve un nuovo specchio d’acqua dell’estensione di 85 ettari e della capienza di 9 milioni di metri cubi. Il Lago di Quarto è uno degli ambienti di maggior interesse naturalistico di tutta la Valle del Savio.
La Diga anni' 60
La bella foresta di pino nero che sovrasta il Lago, sorta sulle pendici che evidenziano ancora il vasto movimento franoso descritto precedentemente, è il migliore esempio di un bosco ricostruito dall’opera di rimboschimento effettuata dall’uomo. Le citazioni riportate sono tratte da “Memoria sul Lago di Quarto” disponibile in ristampa presso la segreteria della Pro-Loco Lago di Quarto.

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